Davide Puccini è un poeta che ha esordito tardi, passati i cinquant’anni. La lunga frequentazione di testi classici (Poliziano, Pulci, Ariosto etc.), letti e studiati con gli occhiali del filologo, gli ha fornito gli strumenti metrici che ora, come autore in proprio, gli permettono di scrivere in una lingua limpida, pulita, venata solo di qualche toscanismo (Puccini è di Piombino) e raffinati poeticismi, con una voce affabile e sapiente, e l’adozione di una metrica classica, basata sull’elegante alternarsi di endecasillabi e di settenari: come nella maggior parte dei testi della nostra splendida tradizione poetica. L’intonazione di Puccini è fondamentalmente lirica, a volte epigrammatica; ma nei suoi testi c’è anche spesso un elemento narrativo che funge da esempio, e avvia le riflessioni dell’autore. Il libro è suddiviso in tre sezioni: Oikos, Al tramonto, Giudizio. La prima contiene poesie sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente, la nostra casa comune (in greco: oikos). Nel primo testo, eponimo, si riassumono in modo semplice e insieme lucidissimo i termini della questione: “Ormai l’uomo si arroga l’assoluto / predominio sul mondo / e unico animale non si adatta / all’ambiente: lo muta / secondo il suo esclusivo tornaconto / e non riflette sulle conseguenze, / come lo stupido che sega il ramo / sul quale sta seduto”. La seconda sezione è una meditazione sull’età, altrettanto lucida e saggia. La terza dà conto di un altro aspetto del pensiero di Puccini: la religiosità. Impostata come un dialogo a distanza con alcune poesie di Anna Maria Carpi, vi si legge che l’unico vero peccato degli esseri umani consiste nel difetto d’amore: Kafka avrebbe detto di pazienza. Nonostante la lucidità, dunque, lo sguardo di Puccini non è mai del tutto pessimista: la sua scrittura è una forma di preghiera anche quando è laica, e la fine riprende l’inizio come un serpente che si morde la coda: e allora il falco “alto levato” di Montale, che non ha pietà (eppure è innocente), si sovrappone e si fonde con la colomba che “annuncia / […] l’avvento / di un soffio di salvezza universale”.
Davide Puccini, Il falco e la colomba, Interlinea, Novara 2024
Immagine di copertina, HG Studios, Oikos
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