RIVISTA DI CULTURA MEDITERRANEA

Crimini in famiglia e pillole di diritto / Intervista a Federica Candelise, a cura di Delilah Gutman e Nunzia Pasturi.

[Tempo di Lettura: 10 minuti] 

Federica Candelise

DELILAH   La morte per crimini in famiglia è una piaga secolare della società che nella contemporaneità storica sta emergendo con sempre più frequenza e barbarie. Se celata e non sufficientemente discussa nel passato, è grazie alla forza travolgente della comunicazione, all’immediatezza talvolta strategica delle nuove tecnologie e, soprattutto, alla determinazione e al coraggio con cui le famiglie delle vittime si ribellano all’omertà combattendo le ingiustizie con l’aiuto di legali, associazioni, giornalisti, professionisti e volontari.
È un lutto per la società, come la morte di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese e assassinata dal fidanzato perché d’intralcio alla sua vita di bugie e superficialità. La sua morte ha toccato tutti noi italiani per la crudeltà e la malvagità emerse e non ci lascia lo spazio per sottrarci all’interrogativo che ci pone: potevamo prevenire la sua morte? Che ruolo ha l’assenza di un tessuto sociale, di una comunità, di un circolo di relazioni forte abbastanza perché sia possibile educarci a vicenda nello scambio, nel dialogo e nella solidarietà sul piano umano e affettivo?
Ho conosciuto Federica Candelise attraverso Nunzia Pasturi; si erano incontrate nella loro terra natìa, la Calabria, molti anni fa, quando giovanissima, Federica aveva già riconosciuto nel suo percorso di studi legali l’urgenza di combattere per il diritto ad una vita senza violenza, una necessità che ci ha condotto alla prima domanda di questa intervista.

Il circolo delle anime, copertina del libro di Federica Candelise, vincitore del premio letterario “Apollo 2022”

Il Circolo delle anime è una raccolta di storie di crimini in famiglia. Ciascun racconto è seguito da “Pillole di diritto”, un breve capitolo dove illustri cosa significano i reati di stalking, maltrattamento in famiglia, abuso sessuale, pedopornografia, omicidio d’identità e reato di sfregio, femminicidio, violenza assistita. Con la descrizione del reato si accenna all’esistenza di possibili strumenti legali. Le “pillole di diritto” sono istruzioni per l’uso al fine di informare e prevenire: per adulti e non solo, poiché sin dall’adolescenza e nell’ambiente scolastico, le ragazze e i ragazzi non conoscono quale sia il limite che va a determinare un comportamento patologico e comprendere quando, come e se puoi agire o reagire ad una determinata situazione. Perché hai scelto di comunicare le informazioni circa reati così importanti attraverso la scrittura, il linguaggio del racconto?

FEDERICA   Sono un avvocato e in questi miei primi dieci anni di lavoro, occupandomi di dinamiche familiari mi sono specializzata in diritto di famiglia e penale di famiglia, dedicandomi a casi drammatici. È stato inevitabile per me soffermarmi sulle conseguenze legate a queste dinamiche, spesso sottovalutate dalle stesse vittime di violenza fisica o psicologica. Ci sono vittime che hanno il coraggio di denunciare e affrontare il proprio carnefice – per fortuna, sono sempre più numerose; ma, ci sono vittime che ancora non lo fanno. C’è un sommerso importante legato a queste problematiche e ho scelto di veicolare determinati messaggi tramite un libro perché credo che i libri siano un mezzo molto potente.
Il primo di questi avvisi, in particolare, è quello di fermarsi in tempo. In situazioni familiari già drammatiche, si sottovalutano certi segnali d’allarme che si palesano in modo chiaro, ignorati dalla vittima perché coinvolta dalla relazione stessa, o dipendente affettivamente da chi costituisce la minaccia, rimandando il momento della denuncia. Non si denuncia anche per altri motivi, come la paura, o, purtroppo, la sfiducia nei confronti della giustizia. L’Italia è stata più volte condannata dalla CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) per non aver tutelato determinate vittime: donne che hanno denunciato più volte, in maniera reiterata, sono poi morte ugualmente e, alla luce di questo, sono stati introdotti nuovi strumenti come il Codice Rosso. Mi sono cimentata in questa sfida perché Il circolo delle anime è un libro rivolto a tutti e la cui diffusione segna un mio impegno, a partire dalle scuole –  come il recente incontro al Liceo Classico ‘Gioacchino Da Fiore’ di Rende – perché i giovani sono il futuro della società e sono i principali destinatari di questi messaggi.

Incontro sul tema dei crimini in famiglia e della lotta contro la violenza domestica presso il Liceo Classico ‘Gioacchino Da Fiore’ di Rende (Cosenza) 

DELILAH   Oltre ai preziosi giovani, a chi si rivolge il libro? Quali emozioni vuoi suscitare nel lettore o nella lettrice?

FEDERICA   Vorrei rivolgermi a tutti, anche alle vittime. Racconto un aneddoto… durante una delle mie presentazioni del libro si è presentata a me una donna, mi seguiva sui social. Non l’avevo mai incontrata. Alla fine dell’evento, lei si confidò di esser rimasta scossa per gli argomenti trattati e mi ringraziò, perché attraverso l’incontro e la lettura del mio libro aveva trovato il coraggio e gli strumenti per poter affrontare una situazione difficile, che tuttora è in essere, purtroppo. Il mio obiettivo principale è proprio quello di aiutare attraverso la scrittura, e non solo la mia professione, chi è in difficoltà. Le storie del libro – storie che, sebbene romanzate, sono ispirate da situazioni reali che ho potuto constatare nel quotidiano sia direttamente che indirettamente, collaborando con diverse figure professionali – costituiscono l’opportunità di identificarsi nella narrazione stessa e prender coscienza di una condizione. «La famiglia uccide più della mafia», per utilizzare una frase che spesso cita l’Avvocato Gian Ettore Gassiano, colui che mi ha donato la prefazione del libro e presidente dell’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani), di cui faccio parte. Purtroppo, la maggior parte dei crimini avviene tra le mura domestiche. È innegabile. Quindi, c’è da fare tanto: bisogna parlarne, fare prevenzione e ben vengano queste interviste! Ogni tipo di mezzo utile a trasmettere questi messaggi diventa prezioso: raggiungere anche una sola persona è già un grande risultato.

Presentazione de Il Circolo delle anime a “Casasanremo”, nell’ambito del Festival di Sanremo, dove Federica Candelise ha trattato il tema dei crimini in famiglia e gli strumenti di tutela legale rispetto alla violenza fisica e psicologica

DELILAH   Tra l’altro, quello del libro è un linguaggio aperto, un linguaggio quotidiano, che non crea barriere, come talvolta succede con il linguaggio legale: esemplificare la spiegazione dei diritti e delle norme attraverso un racconto è estremamente utile per la comunicazione ad un pubblico ampio. Quando e come hai iniziato a occuparti di questo tema?

FEDERICA   Mi sono appassionata a questo tema fin dai tempi universitari. A rendere più saldo l’interesse, è stata la mia predisposizione personale a problematiche strettamente connesse con le dinamiche psicologiche e la mia situazione personale familiare. Oltre questo, appena laureata, mi sono subito associata all’AMI: frequentare i grandi avvocati coinvolti nella materia, ascoltare i loro punti di vista e racconti, mi ha appassionato fino alla scelta di dedicarmi al tema nella pratica, grazie all’avvocato Margherita Corriere, mio “dominus”, che mi ha permesso di avvicinarmi concretamente a questa materia dal punto di vista pratico professionale. Mi occupo anche di criminologia, i due ambiti sono spesso collegati: le separazioni e i divorzi molte volte sfociano nei risvolti penali. Talvolta fondatamente perché sono situazioni reali, altre in modo strumentale, in seguito alle false denunce.

DELILAH   Esistono strumenti assistenziali di carattere legale di cui la vittima può avvalersi gratuitamente?

FEDERICA   Sì. Esiste il gratuito patrocinio che garantisce il diritto di difesa a chiunque, a chi non raggiunge un determinato reddito. Inoltre, nelle dinamiche dei cosiddetti reati “spie”, come ad esempio lo stalking, la violenza domestica e la violenza sessuale, si può richiedere il patrocinio gratuito indipendentemente dal reddito. Si tratta di un’introduzione importante e innovativa, entrata in vigore dal 2019 se non erro. Altro strumento gratuito è il cosiddetto ‘ammonimento del questore’, alternativo alla querela, che serve proprio a frenare certe situazioni quando colte ancora all’inizio: il questore valuta la documentazione prodotta e ammonisce chi fa il reato a non reiterare quei comportamenti, nel qual caso rischierà un processo d’ufficio senza che la vittima quereli; la richiesta di ammonimento non preclude alla vittima di poter querelare successivamente.

La via del cambiamento, 2021, acrilico su tela libera di Maria Micozzi, artista impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne.

DELILAH   Come possiamo attuare una politica di prevenzione e tutela dei più deboli?

FEDERICA   Le leggi ci sono e sono tante, e molto utili. Come mai, dunque, la situazione è ancora così allarmante? Perché la violenza aumenta anziché diminuire o comunque è, dal punto statistico, sempre presente con la stessa costanza? Quali sono le criticità in questo senso? È importante parlarne, ma anche scendere in campo, chiaramente ciascuno con i propri mezzi. Nunzia, tu, ad esempio, in qualità di insegnante, hai che fare con le giovani generazioni e come tutti gli insegnanti puoi svolgere un grande ruolo nell’organizzare attività di informazione e discussione.

NUNZIA   Nell’ambito scolastico, sento tante storie, raccontate da alunni e alunne, che fanno accapponare la pelle! Il tuo libro mi è piaciuto molto, perché ci illustra quali azioni intraprendere per prevenire e come riconoscere alcuni campanelli d’allarme, anche quando ci rapportiamo a famiglie che in apparenza sono “per bene”. Ma, sempre più dobbiamo interagire, noi docenti, con i servizi sociali: aumentano le violenze a danno, soprattutto, dei figli. Nel retroscena c’è quasi sempre un ex compagno/a a colpire, con conseguenze nefaste per bambini che diventano nei casi più drammatici “orfani speciali”, cioè privati di entrambi i genitori, l’uno perché vittima e l’altro perché carnefice. Sebbene l’esistenza di già tante leggi, c’è forse mancanza di una tutela reale?

FEDERICA   Ci sono leggi incisive, ma non bastano. Il Codice Rosso, ad esempio, a cui ho accennato prima, è una legge a costo zero: l’ennesima occasione sprecata dal nostro paese, perché non ha previsto fondi per i centri antiviolenza, per le case rifugio, per quei luoghi che accolgono. È una grossa pecca. La prevenzione è importante, ma se una legge non prevede dei fondi, i centri antiviolenza – fondamentali in quanto tante sono le vittime, soprattutto donne, che vi si rivolgono – chiudono.  Nel libro ho volutamente inserito le “pillole di diritto”, una spiegazione tecnico-giuridica che illustra quel determinato reato narrato nella storia che la precede, informando su quali siano le tutele per la vittima e quali le conseguenze per chi commette quel reato, in modo da trasmettere una conoscenza globale delle norme che sia accessibile a tutti.

Umanità #2, foto di Maria Carla Cuccu

NUNZIA   La parte tecnica è fondamentale e se questo libro potesse arrivare a tutti, agli uomini in particolari, perché siano informati sulle conseguenze di cosa succede nel caso di violenza psicologica e fisica perpetuata su una donna, molti episodi si potrebbero evitare, molte tragedie non si consumerebbero. Da due anni a questa parte, ho riscontrato in occasione degli incontri letterari con autrici impegnate sul tema della violenza di genere, che è venuta a mancare una certa umanità nelle relazioni parentali e non solo. Discutere di tali problematiche solo in eventi sporadici, come la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” – istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite – o la “Giornata internazionale della donna (o Giornata internazionale dei diritti delle donne, che cade l’8 marzo), mi fa sentire impotente, un granello di sabbia sulla spiaggia, perché reputo urgente e necessario fare di ogni giorno il momento opportuno per educare alla gentilezza e al rispetto dei diritti dell’uomo. Penso che la società, la nostra, sia molto lontana dal diventare una società rispettosa del prossimo. Leggere il tuo libro può essere davvero un incentivo al riconoscimento dei propri diritti, un incoraggiamento a scegliere come tutelarsi e un’occasione per chi è autore di violenza domestica a chiedere aiuto per cambiare atteggiamento. Che cos’è il Codice Rosso, di cui ci hai accennato poco fa?

FEDERICA   È una legge del 2019 che ha previsto delle novità legislative abbastanza incisive. Per esempio, ha aumentato le pene per i maltrattamenti in famiglia, per lo stalking, per la violenza sessuale; ha previsto una corsia preferenziale per le vittime di questi reati. Oggi, la vittima, col Codice Rosso, viene sentita entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato: ciò vuol dire che nel momento in cui la pubblica autorità acquisisce la notizia di un reato, la vittima viene immediatamente sentita. Ciò prevede di emettere delle misure cautelari che vanno a tutelare la vittima con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, o con l’allontanamento dalla casa familiare del convivente violento. Si tratta di una serie di misure già preesistenti, ma che oggi possono essere emesse in modo più veloce. Ancora, sono stati introdotti altri nuovi reati che prima non esistevano, come per esempio il revenge porn, previsto dall’articolo 612 ter.

NUNZIA   Che cosa prevede l’articolo 612 ter, per l’esattezza?

Include una punizione per chi diffonde illecitamente immagini, video di contenuto sessuale esplicito di persone che figurino senza aver dato il proprio consenso. Questo reato è punito severamente, fino a sei anni di reclusione. Un altro reato è il reato di sfregio, cioè la deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso: si parla di omicidio di identità punito con la reclusione fino a 14 anni, prima non esisteva. Il problema resta culturale: è necessario decostruire gli stereotipi radicati tra le trame della società. La donna è indipendente più di prima, ma la violenza economica resta tutt’oggi un altro passaggio grave che concorre ad aumentare i casi; molte sono le volte in cui le donne rinunciano ad una professione o ad una carriera per assecondare un volere del proprio compagno. Sono le stesse donne che quando si rivolgono a me, avvocato, hanno paura delle ritorsioni economiche, temono che il denaro possa essere utilizzato come arma di ricatto. Per questo io mi batto perché la donna sia indipendente, al di là del rapporto coniugale: non bisogna rinunciare alla propria affermazione.

NUNZIA   L’indipendenza economica della donna è motivo di frustrazione per l’uomo che si vede privato del suo ruolo di reggente la famiglia.

FEDERICA   Siamo molto lontane ancora dalla parità e bisogna fare tanto, ma ci arriveremo, sebbene ci vorranno ancora molti anni, purtroppo.

Trame di tempo, HG Studios

NUNZIA   Per questo noi facciamo bene il nostro mestiere, in modo tale che laddove c’è carenza di informazioni, subentriamo e le diamo supportandole con studi. Per questo, cara Federica, devi venire a scuola, devi andare nelle scuole. Perché si intitola Il circolo delle anime?

FEDERICA   La protagonista è una psicologa. Ho voluto creare un personaggio di fantasia che in realtà è ispirato ad una psicologa con cui collaboro realmente. Il circolo delle anime è questo centro di ascolto, questo gruppo di ascolto di anime che s’incontrano e condividono le loro esperienze con la speranza di trovare un aiuto in più per risolvere quella specifica situazione patologica, drammatica. Sono stata invitata a scrivere il seguito di questo libro con altre storie. In effetti, ce ne sarebbero tante di storie, ancora, da raccontare.

Umanità #3, foto di Maria Carla Cuccu

NUNZIA   Sei stata testimone di tante storie nel tuo percorso di avvocato: prevalgono quelle finite bene o male?

FEDERICA   Per fortuna, nell’ambito di separazioni e divorzi sono più le storie che hanno avuto un epilogo positivo, anche quando iniziate nel peggiore dei modi. Ciò, però, non accade quando ci sono violenze, perché queste ti segnano per un’intera vita e non hanno quasi mai un buon esito.

DELILAH   Grazie Federica per il tuo tempo. Che l’informazione e la comunicazione attraverso le arti e il dialogo possano essere alfabeti di libertà, perché la luce vinca sull’ombra.

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Immagine di copertina
Umanità #1, foto di Maria Carla Cuccu 

Federica Candelise è un avvocato del Foro di Cosenza, esperta in diritto di famiglia, penale di famiglia e criminologia. Svolge la professione di avvocato in varie regioni italiane, tra cui Calabria, Toscana, Lazio e Campania. Fa parte dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (AMI), di cui è tra i responsabili per la sezione giovani (GiovAMI). Presta attività di docenza nei corsi di criminologia dell’Accademia delle Scienze Forensi (AISF). Da anni partecipa ad eventi formativi sul territorio nazionale in qualità di relatrice e/o organizzatrice su temi quali: la violenza di genere, il femminicidio, lo stalking, il divorzio e la tutela dei minori. È membro della Commissione Famiglia presso l’Ordine degli Avvocati di Cosenza. Collabora con testate giornalistiche nazionali, programmi radio e tv, fornendo pareri e commenti giuridici. 

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Nunzia Pasturi
Fin dall’infanzia ho dato grande importanza ai libri rifugio, e, allo stesso tempo veicolo concreto per scoprire l’essenza del mondo e i risvolti  dell’umanità nella società oramai sempre più liquida, come ha sottolineato Zygmunt Bauman. Paragono la scrittura come un motore potente contro l’ignoranza e l’indifferenza.
Mi sono laureata nel 2012 presso l’università della Calabria con il prof. Nuccio Ordine, letterato, accademico e professore ordinario di letteratura italiana presso Unical, internazionalmente riconosciuto come uno dei massimi studiosi del Rinascimento e di Giordano Bruno, con titolo della tesi: “Il viaggio come metafora della vita”. Terminati gli studi ho sostenuto vari concorsi, ho partecipato a conferenze, convegni, presentazione dei testi e ho scritto prefazioni e postfazioni per autori del Novecento. Sono docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado in provincia di Rimini.

Delilah Gutman, è pianista e compositrice, cantante e poetessa. È docente in Composizione al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e redattrice di Finnegans, dove scrive per “Chiaro Scuro/Interviste sul presente” e “Masha e le altre/Donne e diritti”. Pubblica con Curci e Stradivarius. Ha pubblicato con Raffaelli Editore i libri di poesie “Alfabeto d’amore”, “Alfabeto degli opposti” (Menzione d’onore al Concorso Nazionale Alda Merini 2023) e “Esistenze. Canto a due voci” in collaborazione con il poeta turco Erkut Tokman, con la prefazione di Manrico Murzi.

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  • Delilah Gutman

    Delilah Gutman è compositrice e pianista, cantante e poetessa. È attualmente docente in Teorie e tecniche dell’Armonia al Conservatorio “G.Verdi” di Ravenna. Svolge la sua attività di musicista in Italia e all’estero – Cina, Repubblica Ceca, Israele, Messico, Francia, U.S.A., India, Svizzera e ancora. Trale pubblicazioni si annoverano le raccolte di brani e le composizioni edite da Sinfonica e Ut Orpheus, attualmente pubblica con Stradivarius e Curci. Come solista e in formazioni cameristiche, esplora nel contesto del suo personale progetto di ricerca musicale MAP – musica, arte e poesia – la frontiera tra arte, musica e repertorio etnico, in relazione al linguaggio della musica d’arte in Occidente. Per il suo costante impegno nel dialogo interculturale è stata insignita nel 2012 “Ambasciatrice dell’amicizia Israele-Italia” in occasione di un suo concerto in Israele. Poetessa, ha pubblicato con Raffaelli Editore i libri di poesie “Alfabeto d’amore”(Menzione d’onore al Premio Mario Luzi), con la prefazione di Manrico Murzi e la postfazione di Lucrezia De Domizio Durini,  “Alfabeto degli opposti” (Menzione d’onore al Premio Alda Merini), con la prefazione di Manrico Murzi, e “Esistenze/Canto a due voci”(Menzione d’onore al Premio Montano) con il poeta turco Erkut Tokman, con cui fa parte del movimento poetico Açik Şiir (Poesia Aperta). È autrice delle Singing Sculpture #1 “Il seme genera la parola” – installazione permanente presso il Museo J.Beuys di Bolognano, nella Piantagione Paradise – e Singing Scuplture #2 “L’amore genera la terra”, installazione permanente presso la Fondazione Verità di Locarno. Presiede l’Associazione Culturale DGMA.

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  • Nunzia Pasturi

    Nunzia Pasturi è docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado nella Provincia di Rimini. Direttrice artistica della rassegna letteraria “Storie Itineranti / Storie di donne, di coraggio, di umanità”, opera in collaborazione con la Provincia di Rimini – Ufficio Pari Opportunità – e i comuni della provincia per un’attiva educazione alla tutela dei diritti delle donne e degli orfani delle vittime di violenza familiare, attraverso gli strumenti della cultura e delle arti. Già direttrice artistica di rassegne come “Parole e note” alla Villa San Clemente, Libri…in Villa e “Sinfonie Letterarie” – tra i cui ospiti Nuccio Ordine, Francesco Apolloni, Catena Fiorello, Marcello Kalowski, Natalia Lenzi ed altri, che hanno sostenuto con costanza le attività di educazione all’ascolto e alla lettura, per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza dei libri come veicolo concreto per scoprire l’essenza del mondo e i risvolti dell’umanità. Nunzia Pasturi, laureatasi con il Prof. Nuccio Ordine in Lettere Moderne all’Università della Calabria, è attiva come giurata presso Premi Letterari, relatrice di convegni e autrice di presentazioni ai libri. Ha trasformato in azione l’indagine della scrittura come strumento di lotta contro l’ignoranza e l’indifferenza.

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