RIVISTA DI CULTURA MEDITERRANEA

Davide Puccini, “Il falco e la colomba” / a cura di Stefano Strazzabosco

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Davide Puccini è un poeta che ha esordito tardi, passati i cinquant’anni. La lunga frequentazione di testi classici (Poliziano, Pulci, Ariosto etc.), letti e studiati con gli occhiali del filologo, gli ha fornito gli strumenti metrici che ora, come autore in proprio, gli permettono di scrivere in una lingua limpida, pulita, venata solo di qualche toscanismo (Puccini è di Piombino) e raffinati poeticismi, con una voce affabile e sapiente, e l’adozione di una metrica classica, basata sull’elegante alternarsi di endecasillabi e di settenari: come nella maggior parte dei testi della nostra splendida tradizione poetica. L’intonazione di Puccini è fondamentalmente lirica, a volte epigrammatica; ma nei suoi testi c’è anche spesso un elemento narrativo che funge da esempio, e avvia le riflessioni dell’autore. Il libro è suddiviso in tre sezioni: Oikos, Al tramonto, Giudizio. La prima contiene poesie sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente, la nostra casa comune (in greco: oikos). Nel primo testo, eponimo, si riassumono in modo semplice e insieme lucidissimo i termini della questione: “Ormai l’uomo si arroga l’assoluto / predominio sul mondo / e unico animale non si adatta / all’ambiente: lo muta / secondo il suo esclusivo tornaconto / e non riflette sulle conseguenze, / come lo stupido che sega il ramo / sul quale sta seduto”. La seconda sezione è una meditazione sull’età, altrettanto lucida e saggia. La terza dà conto di un altro aspetto del pensiero di Puccini: la religiosità. Impostata come un dialogo a distanza con alcune poesie di Anna Maria Carpi, vi si legge che l’unico vero peccato degli esseri umani consiste nel difetto d’amore: Kafka avrebbe detto di pazienza. Nonostante la lucidità, dunque, lo sguardo di Puccini non è mai del tutto pessimista: la sua scrittura è una forma di preghiera anche quando è laica, e la fine riprende l’inizio come un serpente che si morde la coda: e allora il falco “alto levato” di Montale, che non ha pietà (eppure è innocente), si sovrappone e si fonde con la colomba che “annuncia / […] l’avvento / di un soffio di salvezza universale”.

Davide Puccini, Il falco e la colomba, Interlinea, Novara 2024

Immagine di copertina, HG Studios, Oikos

  • Stefano Strazzabosco

    Stefano Strazzabosco (1964) ha pubblicato saggi, edizioni critiche, antologie – come Oikos. Poeti per il futuro, 2020 e Sombra escrita. Diecisiete poetasitalianas, Madrid 2023 – il monologo Tina. Masque suTina Modotti (Italia, 2007 e 2021; Argentina, 2016) e alcune raccolte di poesia (la più recente: Brodskij, 2019). Ha tradotto e pubblicato in volume poeti come OctavioPaz, Aurelio Arturo, Carlos Montemayor, Juan Gelman, César Moro, Eduardo Lizalde, Guillermo Fernández, Vicente Huidobro, Luis Vidales, Agustín Jiménez e, in Messico, Tonino Guerra e Andrea Zanzotto. Vive a Vicenza, dove ha diretto gli incontri internazionali di “dire poesia” (2009-2013: http://direpoesia.wordpress.com), e a Città del Messico, dove ha fondato la casa editrice La Vencedora (https://lavencedorablog.wordpress.com/).

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  • Henry Chaim Gutman

    Henry Chaim Gutman è nato a Katowice, in Polonia, dove è cresciuto studiando a Varsavia. All’età di vent’anni decide di partire per gli Stati Uniti, dopo un breve soggiorno a Vienna, apolide. Negli U.S.A. HG vive per oltre dieci anni a New York e, dopo un breve periodo in Spagna, a Princeton, prima di scegliere di stabilirsi in Italia. Nonostante abbia dedicato tutta la sua vita professionale alla ricerca e al lavoro nel campo dell’ingegneria nucleare e, successivamente, dell’ingegneria automobilistica, HG ha sempre coltivato la passione per la fotografia: l’interesse nasce presto, quando ancora adolescente, documenta con la sua prima macchina fotografica Zorki-4 le campagne polacche in bianco e nero negli anni ’60. Il suo amore per la fotografia ha suscitato un costante interesse nel scattare ritratti, foto alle persone, alla natura e alle visioni architettoniche, arricchendo la disciplina con l’attitudine a vivere in maniera profonda i viaggi in Europa, Israele, negli Stati Uniti e in Cina. © Ritratto di Benjamin Rosini Gutman

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