RIVISTA DI CULTURA MEDITERRANEA

ASCOLTA!  L’ISOLA DI PROMETEO / Report del Festival Luigi Nono alla Giudecca 2023, a cura di Nicola Cisternino e di Arianna Niero

[Tempo di Lettura: 12 minuti]
Luigi Nono e Alvise Vidolin al banco di regia del suono per la prima esecuzione di Io, frammento dal “Prometeo”, Venezia Palazzetto dello sport 1981 – foto Graziano Arici, Fondazione Archivio Luigi Nono.

Nella grande attesa della ripresa veneziana (26-29 gennaio 2024), a quarant’anni dal suo allestimento originario nel 1984, de Il Prometeo. Tragedia dell’ascolto nella storica chiesa di San Lorenzo, con cui la Biennale e l’Archivio Luigi Nono apriranno le celebrazioni del centenario dalla nascita di Luigi Nono (Venezia, 29 gennaio 1924 – Venezia 8 maggio 1990), pubblichiamo un report sulla sesta edizione del Festival Luigi Nono alla Giudecca 2023 che ha celebrato, in un coro istituzionale e in vari luoghi della città, la celebrazione del trentennale dell’Archivio Luigi Nono, motore di tutte le iniziative.

Luigi Nono, appunti dai materiali preparatori per Prometeo. Tragedia dell’ascolto. Frammento di testo di Walter Benjamin “Il Maestro del Gioco” – Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

Il silenzio.

È molto difficile da ascoltare. Molto difficile ascoltare, nel silenzio, gli altri

Altri pensieri, altri rumori, altre sonorità, altre idee. Quando si ascolta, si cerca spesso di ritrovare se stesso negli altri. Ritrovare i propri meccanismi, sistema, razionalismo, nell’altro. 

E questo è una violenza del tutto conservatrice. 

Invece di ascoltare il silenzio, invece di ascoltare gli altri, si spera di ascoltare ancora una volta se stessi. È una ripetizione che diventa accademica, conservatrice, reazionaria. È un muro contro i pensieri, contro ciò che non è possibile, oggi ancora, spiegare. È la conseguenza di una mentalità sistematica, basata sugli a priori (interiori o esteriori, sociali o estetici). Si ama la comodità, la ripetizione, i miti; si ama ascoltare sempre la stessa cosa, con quelle piccole differenze che permettono di dimostrare la propria intelligenza. 

Ascoltare la musica.

È molto difficile.

Credo che, oggi, sia un fenomeno raro.

Si ascoltano delle cose letterarie. Si ascolta ciò che è stato scritto, si ascolta se stessi in una proiezione […]

Luigi Nono, in L’errore come necessità (1983)


Nicola Cisternino, Gigi e Alvise ‘Caminantes’ n. 3 tecniche miste su carta cm. 29,5×42 (2023). Foto di Graziano Arici.

Per Alvise

Ero presente nella stanza dell’ospedale, dove Gigi ha passato alcuni giorni prima di tornare a casa sua sulle Zattere dove ha deciso di vivere gli ultimi giorni della sua vita. Quel giorno Alvise Vidolin gli aveva fatto visita in ospedale. A un certo momento, durante quella visita, Gigi si rivolse a me per dirmi che se dovevo decidere qualcosa, qualsiasi cosa, sulla sua musica, avrei dovuto chiedere ad Alvise di aiutarmi. Avendo Alvise lavorato insieme a Gigi da molti anni per preparare le esecuzioni della sua musica, Gigi aveva la più grande stima e fiducia in lui, e la certezza che mi potesse guidare nel caso che io avessi dovuto prendere delle decisioni in merito alle sue composizioni. 

Certo per me questo era molto importante.

Alvise era ed è sempre un uomo che tutti stimano, non solo per la sua professionalità e per la profonda conoscenza dei mezzi più nuovi per l’elettronica, ma è anche colui che aveva sviluppato con Gigi l’uso della spazializzazione della musica dal vivo, con gli strumenti elettronici e digitali. 

Dolcissimo, ma deciso, Alvise creava i movimenti dei suoni per esprimere la musica nello spazio della sala. Sopra, sotto, muovendo il suono intorno… a me sembrava quasi di vedere i suoni nello spazio. 

Anche oggi Alvise è impegnato con compositori giovani e anziani e di tutte le età! Egli dona la sua conoscenza per realizzare opere musicali, e tutto questo con un fare quieto, con un sorriso dolce, e con la sua voce sempre soave e rassicurante. Anche l’insegnamento ai suoi allievi è stato ed è fondamentale per loro in primis, e per il mondo musicale. Per cui anche un grande didatta! Grazie caro Alvise per tutto questo e per la tua preziosa amicizia. 

Nuria Schoenberg Nono

Per Alvise, Fondazione Archivio Luigi Nono, Venezia 2023 

Nel trentesimo anniversario dalla Fondazione dell’Archivio Luigi Nono ci sembrava doveroso presentare un riconoscimento che arriva dal profondo dei nostri cuori a uno dei nostri soci fondatori, amico di sempre, Alvise Vidolin. L’ Archivio ha preso vita e poi ha continuato a crescere e ad essere un’istituzione efficace per la diffusione e consultazione dei materiali del lascito di Luigi Nono grazie, oltre al lavoro ineguagliabile e alla volontà di ferro di Nuria, alla presenza fondante e costante di alcuni amici fraterni nonché collaboratori di Gigi e ad altri amici che hanno aiutato la Fondazione dalle sue origini a esistere. Alvise Vidolin è uno degli amici fraterni e collaboratori di Gigi che per l’Archivio è stato fondamentale dall’inizio ad oggi. 

Con la sua incessante consulenza, con il suo continuo lavoro, con la sua conoscenza profonda della musica e del pensiero di Gigi e, soprattutto, con la sua infinita generosità, ha collaborato a rendere la Fondazione un luogo prezioso, ma anche un luogo che produce eventi e concerti, un luogo dove chi studia e suona la musica di Nono può trovare testimoni della vita e del lavoro di Gigi pronti a dare il loro aiuto. 

Senza Alvise molte e molte cose non sarebbero state possibili per il nostro Archivio. 

Ci pare davvero l’occasione, questo anniversario, per riconoscere ad Alvise la sua fondamentale presenza con noi. 

Ci pare che con il concerto del Festival Luigi Nono ASCOLTA e con questa pubblicazione (Per Alvise, Fondazione Archivio Luigi Nono 2023, ndc), che raccolgono musica, pensieri, arte che i suoi più cari e devoti amici hanno voluto offrirgli, possiamo provare a ringraziare e omaggiare Alvise per tutto quello che ha fatto e che farà. Per tutto quello che ha fatto per Gigi, quando lavorava con lui essendogli vicino in ogni senso, e quello più significativo: il senso dell’amicizia, e per tutto quello che ha fatto, poi, per la musica di Gigi e per noi, sempre disponibile e accanto. Ti siamo e saremo sempre grate, Alvise! 

Sei una persona speciale.

Silvia e Serena Nono

Massimo Cacciari, Festival Luigi Nono 2023. Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono

“Il ruolo svolto da Alvise Vidolin nell’opera di Luigi Nono è senz’altro molto noto agli ‘esperti’ e al cerchio intimo degli amici (o piuttosto adelphoi), ma meno all’esterno. Si tratta molto più di una ‘collaborazione’. È attraverso Alvise che Nono lavora anche con il Centro di Freiburg. Alvise fa da ‘interprete’, e cioè traduce in termini tecnico-scientifici le idee e la stessa ispirazione fondamentale che muove Nono, e viceversa fa intendere a Nono le possibilità e i limiti intrinseci al dispositivo tecnico. È un rapporto straordinario e davvero esemplare. L’intesa tra pensiero artistico e pensiero calcolante è sempre difficile e a volte si rivela impossibile. Qui si è trattato addirittura di simbiosi. Se non lo si comprende sfugge la caratteristica fondamentale dell’opera di Nono: il rigore con cui vi si esprime anche il pathos più lacerante. Sono, certo, casi che non si spiegano soltanto con la profonda responsabilità con cui entrambi svolgono il proprio lavoro. Entrambi professionisti, nel senso più alto e nobile: professione significa vocazione, la vocazione per cui senti come necessaria la tua opera. Sono casi resi possibili soltanto da una profonda philia, da un’amicizia che nasce senza un perché. L’affinità tra l’impeto, l’eroico furore che a volte prendeva Nono, la sua inquietudine mai soddisfatta, e la calma, propria di chi domina l’argomento, con cui Alvise affrontava ogni problema, era una ‘meraviglia’ che nasceva davvero da quelle che una filosofa contemporanea chiama le ‘viscere dell’anima’. Poi vi è il Vidolin scienziato, e di questo propriamente non potrei parlare. So soltanto che uno scienziato che dimostra una tale sensibilità per l’esperienza artistica, che riesce così profondamente a parteciparvi, è lo scienziato migliore.”

Massimo Cacciari

Festival Luigi Nono 2023, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono

ASCOLTA – FESTIVAL LUIGI NONO 2023

Per «far del silenzio / CRISTALLO / colmo di eventi», di Arianna Niero

Lo scorso novembre il Festival Luigi Nono alla Giudecca, giunto alla sesta edizione, si è confermato essere gemma rara e preziosa all’interno del panorama culturale veneziano, un arcipelago di eventi intessuti in un mare silenzioso e in rivolta.

La rassegna 2023 ha voluto celebrare i 30 anni della Fondazione Archivio Luigi Nono con un programma molto ricco e come già accaduto nelle ultime edizioni, si è estesa per tutto il mese di novembre.

30, 10 volte 3 o il suo contrario, numeri ricchi di simbologie, come la triade che mette in relazione gli opposti, i contrasti, diviene mescolanza, ritorno all’unità dopo la divisione, elementi costantemente ricercati sul piano musicale da Luigi Nono. Il dieci, la somma dei primi quattro termini della progressione aritmetica dei numeri naturali, la Tetraktys per i Pitagorici, simbolo di universo, cosmo ed eternità, quell’eterna e instancabile forza creatrice che permea la figura del compositore veneziano. Dieci come le sfere di emanazione dell’Albero della Vita cabalistico, dottrina prossima al pensiero di Luigi Nono, come sferiche sono le sue isole sonore. Isole-continenti che nel tempo del silenzio, quello del riascolto, emergono in superficie, terre concave, svuotate, per «far del silenzio / CRISTALLO / colmo di eventi». (Frammento da «Prometeo. Tragedia dell’ascolto», VII Tre Voci b, 1984)

Perciò Ascolta è il titolo di questa edizione del festival a celebrazione dei 30 anni della Fondazione Archivio Luigi Nono, nucleo centrale della poetica musicale e di tutta la vicenda umana di Luigi Nono, allo stesso modo proprio secondo quell’attitudine a lavorare sul suono come punto di ascolto, sui silenzi, sul rovescio, il prezioso lavoro svolto dall’Archivio in questi primi trent’anni di attività ha voluto continuare a tracciare scie di luce nel panorama culturale veneziano.

La Fondazione Archivio Luigi Nono è stata fondata nel 1993 per volontà di Nuria Schoenberg Nono proprio allo scopo di raccogliere, conservare e promuovere quell’unicum costituito dal multiverso del suo inestimabile compagno di vita.

«Di certo, qui si è raccolto – grazie alle cure ineguagliabili e alla dolce tenacia di Nuria, e grazie ai tanti altri apporti – un capitale eccezionale: un capitale che può servire non solo a trasmettere il messaggio di Gigi, ma a suscitare nuova creatività e a contribuire alla vita culturale di Venezia e dell’intera nazione», le parole pronunciate dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 26 Marzo 2007, giorno dell’inaugurazione dell’attuale sede nella Sala delle colonne dell’ex Convento SS. Cosma e Damiano sull’isola della Giudecca.

Forse non a caso la sua sede si trova su un’isola, un’isola luminosa, luogo di incontro, di ricerca, di studio, che nel corso degli anni ha creato ponti per frequentatori provenienti da tutto il mondo. Grazie al prezioso lavoro dei suoi fondatori e degli innumerevoli volontari collaboratori e studiosi attirati dall’aura del maestro veneziano, l’Archivio è riuscito nel tempo ad ampliare la propria offerta culturale, creando ponti con molte istituzioni e realtà culturali veneziane che sono state sede di eventi e incontri durante le ultime edizioni del Festival Luigi Nono.

Giancarlo Schiaffini, Fondazione Giorgio Cini, Auditorium “Lo Squero”, Festival Luigi Nono 2023, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono

La rassegna 2023, inaugurata lo scorso 7 novembre presso la Fondazione Archivio Luigi Nono, si è infatti impreziosita di nuove isole messe in risonanza da concerti, seminari, conferenze, mostre, presentazioni di libri e proiezioni di film.

In primis, la Fondazione Giorgio Cini, dove presso l’Auditorium “Lo Squero”, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, si è svolto il primo appuntamento del Festival con il Recital di Giancarlo Schiaffini e la regia del suono curata dall’irrinunciabile Alvise Vidolin.

Festival Luigi Nono2023, Giancarlo Gaeta, Matteo Nanni e Roberto Calabretto per l’incontro sul tema “La politica dell’ASCOLTO”, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

Per continuare presso l’Ateneo Veneto con la conferenza su La politica dell’ascolto in Luigi Nono con interventi di Matteo Nanni, Giancarlo Gaeta e Roberto Calabretto.

Il Teatrino di Palazzo Grassi è stato sede della proiezione de I film di famiglia (2018), documentario sugli anni 1959-1974 tratto dal film 8mm e super 8 della famiglia Luigi Nono realizzato da Serena Nono.

Infine, quarta e ultima isola che si è aggiunta al cammino, M9 – Museo del ‘900, dove si è svolto l’appuntamento conclusivo del Festival con ASCOLTA. Lezione di Alvise Vidolin sul live eletronics, con esecuzione di tre brani di Luigi Nono: Omaggio a Emilio Vedova, 1960, Musiche per Manzù, 1969 e Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, 1966.

Fondazione Prada ha accolto per questa edizione un prezioso Concerto con l’esecuzione di musiche di Luigi Nono, A Pierre. Dell’azzurro silenzio, inquietum e Das Atmende Klarsein, fragment con Roberto Fabbriciani al flauto basso e contrabbasso, Paolo Ravaglia al clarinetto contrabbasso e Alvise Vidolin alla regia del suono e live eletronics. A seguire un dialogo sull’inquinamento acustico e la tecnologia, Suono, rumore, ascolto, con interventi di Massimo Cacciari, Alvise Vidolin e Cristina Baldacci, in concomitanza con la mostra “Everybody talks about the waether” svoltasi presso gli spazi della Fondazione fino al 26 novembre.

Procedendo sull’acqua con approdo presso la sede di Emergency sull’isola della Giudecca per assistere alla proiezione del film Una scia sul mare – A trail on the water – Un sillage sur la mer. Abbado. Nono. Pollini di Bettina Ehrhardt e Wolfgang Schreiber.

Festival Luigi Nono 2023, momento della proiezione del film “Una scia sul mare” di Bettina Ehrhardt e Wolfgang Schreiber, sull’amicizia tra Luigi Nono, Claudio Abbado e Maurizio Pollini, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

La Fondazione Ugo e Olga Levi ha ospitato il seminario per i licei condotto da Paolo Dal Molin «They began singing the Shema Yisroel»: Schoenberg, Nono e l’ascolto della memoria e la presentazione del libro La memoria cantata. A Survivor from Warsaw di Arnold Schönberg nell’Europa del dopoguerra di Joy H. Calico, edizione italiana a cura di Paolo Dal Molin, traduzione di Silvia Albesano (Il Saggiatore, 2023).

Ulteriore novità di questa edizione, il concorso di idee – Premio “Luigi Nono”, riservato agli studenti e alle studentesse dei Conservatori di musica del Veneto, il cui vincitore è stato annunciato durante l’inaugurazione del Festival e che vedrà la realizzazione dell’opera selezionata nel 2024 nello spazio del chiostro dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Presso l’Archivio Luigi Nono è stata inoltre allestita la mostra documentaria I 30 anni della Fondazione Archivio Luigi Nono, a cura di Daniela Lupan con la supervisione di Nuria Schoenberg Nono, Serena Nono, Claudia Vincis, Valentina Burini e Sara Gaino.  

Sempre nella medesima sede l’autore Massimo Marini ha presentato il volume Il poeta d’oro che comprende le vicende e i “sentieri” percorsi da Giuliano Scabia, poeta e drammaturgo, autore dei testi per Un diario italiano e La fabbrica illuminata di Luigi Nono. Cristina Giglioli Scabia ha inoltre presentato la Fondazione Giuliano Scabia.

Roberto Fabbriciani, Sala Concerti del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

Ultimo, ma non in ordine cronologico nella serie degli eventi, il Conservatorio Benedetto Marcello che si è confermato punto di ascolto oltre la soglia per svariati incontri e concerti previsti dal programma del Festival, tra cui NISTAGMI, azione in 3 movimenti per live eletronics e sassofono di Alipio Carvalho Neto e Jacopo Cenni; il concerto con l’esecuzione di Das atmende Klarsein, fragment di Luigi Nono e di A (Omaggio a Luigi Nono) di Roberto Fabbriciani, il quale è stato preceduto dal workshop curato dallo stesso Roberto Fabbriciani e Alvise Vidolin sull’opera di Nono eseguita al concerto, con la partecipazione di Paolo Zavagna e degli allievi delle scuole di flauto e musica elettronica del Conservatorio.  

E infine, stasimo obbligato sul Concerto Per Alvise, a cura di Giovanni Mancuso e Paolo Zavagna tenutosi il 25 novembre e dedicato all’interprete elettronico per eccellenza dell’impegno creativo e poetico di Luigi Nono, un unicum nel panorama musicale, ingegnere acustico e artista dei suoni, anima rara e luminosa, Alvise Vidolin. Nel trentesimo anniversario della sua nascita, la Fondazione Archivio Luigi Nono ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi soci fondatori e amico più prezioso di sempre, che con la sua generosità e prossimità di pensiero e azione all’attitudine di Luigi Nono, ha contribuito a rendere la Fondazione uno spazio “aperto” a nuovi pensari.

Per Alvise raccoglie quanti più infiniti possibili di amici compositori e collaboratori di Alvise Vidolin, che per l’occasione hanno voluto far parlare quell’intelligenza propria del suono quale unico alfabeto in grado di tradurre la scia di luce lasciata dal suo cammino.

«Todo pasa y todo queda/ pero lo nuestro es pasar/ pasar haciendo caminos/ caminos sobre la mar». (Antonio Machado, da Proverbio y cantares, XXIX)

Venezia, Sala Concerti, Conservatorio Benedetto Marcello, Festival Nono alla Giudecca, 25 novembre 2023, Concerto Omaggio ad Alvise Vidolin.  Da sinistra, tutti i compositori: Davide Commone, Adriano Guarnieri, Fabio Nieder, Fabio Vacchi, Giovanni Mancuso, Stefano Bassanese, Nicola Sani, Serena Nono (Fondazione Archivio Luigi Nono) , Claudio Ambrosini, Alvise Vidolin, Nicola Cisternino, Roberto Gottipavero (direttore del Conservatorio Benedetto Marcello).

Il programma del concerto ha compreso composizioni, in gran parte create per la speciale occasione, di Stefano Bassanese, Giovanni Mancuso, Fabio Vacchi, Nicola Sani, Nicola Cisternino, Giancarlo Schiaffini, Roberto Fabbriciani, Stefano Gervasoni, Adriano Guarnieri, Fabio Nieder, Sofia Pozdniakova, Davide Commone, Claudio Ambrosini e Arazzi Laptop Ensemble.

La gremita sala dei concerti del Conservatorio è stata dimora di suoni, voci, silenzi erranti, fautori di uno spazio mobile, di quell’altrove costantemente presente nella ricerca sonora di Luigi Nono, fonte inesauribile di entusiasmo creativo, quella stessa ispirazione che ha guidato compositori e interpreti nell’omaggio reso ad Alvise Vidolin.

Imprescindibile traduttore in termini tecnico-scientifici di quello “strano vedere” di Luigi Nono, sempre di traverso, Alvise Vidolin è tra i fondatori del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell’università di Padova, con il quale collabora dal 1974 svolgendo attività didattica e di ricerca nel campo dell’informatica musicale. È co-fondatore dell’Associazione di Informatica Musicale Italiana (AIMI) e dal 1977 ha collaborato in varie occasioni con la Biennale di Venezia in veste di responsabile del Laboratorio permanente per l’Informatica Musicale della Biennale (LIMB).

Alvise Vidolin, Festival Luigi Nono 2023. Nel trentesimo anniversario della Fondazione dell’Archivio Luigi Nono è stato consegnato un riconoscimento ad Alvise Vidolin, socio fondatore,  Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

Il primo incontro con Luigi Nono avviene proprio nel 1977 quando Alvise Vidolin è da poco docente di musica elettronica presso il Conservatorio di Venezia e decide di tenere un convegno sulla musica elettronica dal titolo Musica Sintesi, al quale partecipa anche Luigi Nono.  

Da quel momento in poi la loro amicizia cresce di pari passo con la loro simbiosi artistica, è proprio grazie ad Alvise Vidolin che Luigi Nono inizia a collaborare con lo Studio sperimentale di Friburgo e a vedere finalmente materializzarsi quei suoni che fino ad allora erano rimasti confinati nella sua immaginazione a causa dei limiti tecnici della strumentazione di cui disponeva lo Studio di Fonologia della RAI di Milano.

La sensibilità sonora di Nono aveva trovato con la professionalità di Alvise Vidolin l’accordatura ideale per far vivere il suono nel e con lo spazio.

I loro cammini si sono incrociati per emergenza, probabilmente non potevano non essere attirati l’uno dall’aura dell’altro.

«L’intesa tra pensiero artistico e pensiero calcolante è sempre difficile è a volte si rivela impossibile». (…) Sono casi resi possibile soltanto da una profonda philia, da un’amicizia che nasce senza un perché». Le parole di Massimo Cacciari che si trovano all’interno del volume Per Alvise, presentato in occasione del Festival e che raccoglie testimonianze di amici e storici collaboratori del regista del suono, interprete Live Eletronics, nonché musicista scienziato padovano, descrivono alla perfezione l’unicità del loro legame.

Gli interpreti per Luigi Nono erano essi stessi emanazione di quell’intelligenza insita del suono-materia, e “costruivano”, nell’esercizio collettivo di ricerca sperimentale, il suono.

Sviluppi verticali del suono, sussurri lontanissimi e masse sonore in primo piano, un nuovo logos musicale che nasceva come creativa emergenza del lavoro di gruppo.

Un vero e proprio lavoro col suono sulla “persona”, dal verbo latino “personare”, costituito da “per”, con significato di “attraverso”, e “sonare”, ovvero “risuonare”, attraverso lo strumento musicale e attraverso l’ascolto.

Festival Luigi Nono2023 – Sofia Pozdniakova e Quartetto Obliquo- Angelica Faccani, Agnese Amico, Angelica Groppi, Gabriele Tai, Archivio Luigi Nono Venezia ©Eredi Luigi Nono.

ASCOLTA, soprattutto i silenzi, quelle pause necessarie per raggiungere la cima, punti luce che arricchiscono il cammino passo dopo passo, su insegnamento di Nono, Alvise Vidolin ricorda: «La successione di brevi crescendo è molto più efficace di un unico crescendo lento e continuo». (da Caminantes, Una vita per la musica. Intrecci e Testimonianze di Nicola Cisternino, Con Alvise Vidolin, p. 233)

Occorre procedere come quando si va in montagna, a zig zag, alternando brevi salite a piccole soste, solo così è possibile godere pienamente del panorama e dell’Altro incontrato durante il cammino.

Panorami in continuo divenire sonoro, a tratti resi udibili, grazie alla magistrale regia del suono curata da Alvise Vidolin, amico fraterno, persona umile ed estremamente preziosa e da tutto il lavoro svolto dalla Fondazione Archivio Luigi Nono nel corso di questi 30 anni nel continuare ad accendere quella curiosità mai vana verso l’ascolto come mezzo di infinita conoscenza.

Immagine di copertina  Luigi Nono, Graziano Arici in occasione del Prometeo, San Lorenzo 1984, Luigi Nono, Hans-Peter Haller e Alvise Vidolin.

  • (Italy 1957), compositore, direttore e artista, è autore di particolari scritture musicali definite Graffiti Sonori con le quali realizza le sue composizioni. Sue musiche e installazioni sono state eseguite e realizzate in vari festival e residenze artistiche nel mondo. Oltre a diversi Cd e a numerose pubblicazioni su varie riviste internazionali, ha curato, assieme a Pierre Albert Castanet, il volume Giacinto Scelsi Viaggio al centro del suono (Luna editore, 1993-2001) ideando e dirigendo varie iniziative scelsiane su richiesta di Franco Battiato per il Festival di Fano, per il Dipartimento Musica e Spettacolo CIMES dell’Università di Bologna, per la Societas Raffaello Sanzio, Nuova Consonanza di Roma, Società del Concerti di La Spezia e la Regione del Veneto. Ideatore e direttore del Progetto SONOPOLIS Percorsi integrati nella musica d’oggi in Veneto realizzato dal Gran Teatro La Fenice e dall’Associazione Sonopolis in collaborazione con il Comune e l’Università di Venezia, dal 2001 al 2023 è stato docente di Arti e Musica Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha pubblicato nel 2021 il volume: Luigi Nono Caminantes. Una vita per la musica. intrecci e testimonianze (Ed. Il Poligrafo).

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  • Arianna Niero è artista visiva, vive e lavora tra Padova, Verona e Venezia, città in cui ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, conseguendo il diploma di II livello in Pittura. Dopo gli iniziali studi pittorici, la sua ricerca artistica si amplia verso un approccio multidisciplinare includendo scultura, installazioni sonore e pratiche performative. Chitarrista per passione, il suo percorso ha sempre avuto come filo conduttore il suono, inteso come paesaggio sonoro, in relazione all’azione che esso ha sull’ambiente in cui viviamo.

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