Americalatina
El poeta cara a cara con la luna
fuma su margarita emocionante
bebe su dosis de palabras ajenas
vuela con sus pinceles de rocío
rasca su violincito pederasta.
Hasta que se destroza los hocicos
en el áspero muro de un cuartel.
Americalatina Il poeta a faccia a faccia con la luna fuma la sua margherita emozionante beve la sua dose di parole altrui vola coi suoi pennelli di rugiada gratta il suo violinetto pederasta. Fin quando sbatte il muso contro il ruvido muro di una caserma.
Miedo
A Julio Cortázar
Un ángel solitario en la punta del alfiler
oye que alguien orina.
Paura
A Julio Cortázar
Un angelo solitario sulla punta dello spillo
sente qualcuno pisciare.
El alma nacional
Patria dispersa: caes
como una pastillita de veneno en mis horas.
¿Quién eres tú, poblada de amos,
como la perra que se rasca junto a los mismos árboles
que mea? ¿Quién soportó tus símbolos,
tus gestos de doncella con olor a caoba,
sabiéndote arrasada por la baba del crápula?
¿A quién no tienes harto con tu diminutez?
¿A quién aún convences de tributo y vigilia?
¿Cómo te llamas, si, despedazada,
eres todo el azar agónico en los charcos?
¿Quién eres,
sino este mico armado y numerado,
pastor de llaves y odio, que me alumbra la cara?
Ya me bastas, mi bella
madre durmiente que haces heder la noche de las cárceles:
ahora me corroen los deberes del acecho
que hacen del hijo bueno un desertor,
del pavito coqueto un pobre desvelado,
del pan de Dios un asaltante hambriento.
Penitenciaría Central, octubre de 1960
L’anima nazionale
Patria dispersa: cadi
come una pastiglietta di veleno nelle mie ore.
Chi sei tu, fitta di padroni,
come la cagna che si gratta contro gli stessi alberi
sui quali piscia? Chi sopporta i tuoi simboli,
i tuoi gesti da donzella odorante di mogano,
sapendoti distrutta dalla bava del dissoluto?
Chi non è stufo della tua minutezza?
Chi convinci ai tributi e alle veglie?
Come ti chiami se, fatta a pezzi,
sei solo il caso in agonia nelle pozzanghere?
Chi sei,
se non questa scimmia armata e numerata,
questo pastore di chiavi e d’odio, che mi illumina la faccia?
Basti e avanzi, mia bella
madre dormiente che fai puzzare la notte delle carceri:
adesso mi corrodono i doveri dell’agguato
che fanno del figlio buono un disertore,
del tacchino galante un poveraccio insonne,
del pane di Dio un delinquente affamato.
Penitenziario Centrale, ottobre 1960
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OEA1
El presidente de mi país
se llama hoy por hoy Fidel Sánchez Hernández
pero el general Somoza, presidente de Nicaragua,
también es presidente de mi país.
Y el general Stroessner, presidente del Paraguay,
es también un poquito presidente de mi país, aunque menos
que el presidente de Honduras o sea
el general López Arellano, y más que el presidente di Haití,
monsieur Duvalier.
Y el presidente de los Estados Unidos es más presidente de mi país
que el presidente de mi país,
ese que, como dije, hoy por hoy,
se llama coronel Fidel Sánchez Hernández.
OEA
Il presidente del mio Paese
si chiama oggi come oggi Fidel Sánchez Hernández
ma il generale Somoza, presidente del Nicaragua,
è anche lui presidente del mio Paese.
E il generale Stroessner, presidente del Paraguay,
è anche lui un po’ presidente del mio Paese, anche se meno
del presidente dell’Honduras ovvero
del generale López Arellano, e più del presidente di Haiti,
monsieur Duvalier.
E il presidente degli Stati Uniti è più presidente del mio Paese
del presidente del mio Paese,
quello che, come ho detto, oggi come oggi,
si chiama colonnello Fidel Sánchez Hernández.
Buscándome líos
La noche de mi primera reunión de célula llovía
mi manera de chorrear fue muy aplaudida por cuatro
o cinco personajes del dominio de Goya
todo el mundo ahí parecía levemente aburrido
tal vez de la persecución y hasta de l tortura diariamente soñada.
Fundadores de confederaciones y de huelgas mostraban
cierta ronquera y me dijeron che debía
escoger un seudónimo
que me iba a tocar pagar cinco pesos al mes
que quedábamos en que todos los miércoles
y que cómo iban mis estudios
y que por hoy íbamos a leer un folleto de Lenin
y que no era necesario decir a cada momento camarada.
Cuando salimos no llovía más
mi madre me riñó por llegar tarde a casa.
Cercando guai La notte della mia prima riunione di cellula pioveva il mio modo di gocciolare fu molto applaudito da quattro o cinque personaggi alla Goya tutti lì dentro parevano leggermente annoiati forse della persecuzione e forse anche della tortura ogni giorno sognata. Fondatori di confederazioni e di scioperi mostravano una certa raucedine e mi dissero che dovevo scegliermi uno pseudonimo che avrei dovuto pagare cinque pesos al mese che ci saremmo visti ogni mercoledì e che come andavano i miei studi e che oggi intanto avremmo letto uno scritto di Lenin e che non era necessario dire a ogni momento compagno. Quando uscimmo non pioveva più mia madre mi rimproverò per essere tornato a casa tardi.
Versioni di Stefano Strazzabosco, poeta e traduttore
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Roque Dalton (San Salvador, 1935 – Quetzaltepeque, 1975) è stato un poeta, scrittore, giornalista e rivoluzionario salvadoregno. Incarcerato nel 1960 e in procinto di essere condannato a morte, venne scarcerato e si salvò perché il dittatore al potere fu deposto da un colpo di Stato. Visse in esilio a Cuba – dove divenne amico di Fidel Castro e di Julio Cortázar -, in Unione Sovietica, in Messico, in Cecoslovacchia e altrove. Rientrato in patria nel 1964, fu di nuovo arrestato e condannato a morte: questa volta si salvò perché la prigione venne distrutta da un terremoto, e si rifugiò a Cuba. Nel 1973 decise di tornare in Salvador, dove entrò a far parte dell’Ejercito Revolucionario del Pueblo. Due anni dopo furono proprio alcuni suoi compagni dell’Ejercito a ucciderlo, ritenendolo (a torto, come si seppe poi) un agente infiltrato della CIA. La sua raccolta poetica più importante è Taberna y otros lugares (1969; Premio Casa de las Américas), da cui abbiamo scelto le poesie che presentiamo.
- OEA: Organizzazione degli Stati Americani (Organización de los Estados Americanos). ↩︎
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