di J.K. Mauro Pierconti
Si è aperta a Treviso la mostra d’arte Bio esseri di Pino Guzzonato, che ha inaugurato anche un nuovo filone di mostre che Ca’ Scarpa / Fondazione Benetton Studi Ricerche organizzerà con il nome di “Collezioni dal Territorio”, ovvero artisti, raccolte, patrimoni culturali dell’area veneta messi in mostra per essere offerti, conosciuti, valorizzati.
Pino Guzzonato è un artista vicentino già noto, tuttora in attività e in questa occasione verranno presentate per la prima volta le ultime sue opere, doverosamente inserite in un percorso che ne descrive decenni di attività; dagli anni ’60, in cui Guzzonato emergeva come uno degli artisti più interessanti del panorama italiano con sculture di metallo dotate di una forte carica espressionistica, certamente debitrice della sua capacità di interagire con il materiale di utilizzato.
Non a caso, sperimenterà successivamente altri materiali, come il plexiglas, il policarbonato, i tessuti, la carta fino ad arrivare ai metalli preziosi.
E in mostra si potranno vedere e apprezzare opere realizzate con tutti questi materiali e che ripercorrono appunto la sua carriera fino agli anni più recenti, segnati dal Covid e che lui ha trascorso nel suo laboratorio in montagna, immerso come tutti nei suoi pensieri.
Questo periodo di forzato isolamento ha però finito con alimentare una vena creatrice che lo ha portato a realizzare una lunga serie di piccole statue d’argento e pietre colorate dalla forma curiosa, che lui ha chiamato “bio esseri” e che vogliono ricordarci che la Natura è sempre in grado di produrre nuove forme di vita, anche in seguito alle crisi più gravi; e con essa noi stessi perché, nei medesimi anni, tutti abbiamo covato dentro di noi qualcosa, che ci rappresenta e che chiede di uscire, forse per trasformarsi in qualcosa di diverso secondo un processo che seguirà le leggi della metamorfosi naturale.
Come ricorda Telmo Pievani nel testo che accompagna il catalogo della mostra, “è affascinante pensare che esistano dimensioni del possibile che il reale non ha ancora esplorato”, e noi, al pari della Natura, possiamo immaginare e quindi creare molte nuove possibilità del reale, dando una consistenza nuova a questo mondo in continua trasformazione.
I bio esseri quindi sono una rappresentazione della vita che si rinnova attraverso forme ibride, miste, in-transizione, magari non perfettamente compiute, ma comunque portatrici di una novità governata dalla pura immaginazione.
La mostra offrirà un percorso coinvolgente e completo del lavoro che ha condotto l’artista verso la creazione di questi esseri e sarà divisa in 4 parti.
Al pianoterra, una serie di opere varie; giusta introduzione al mondo naturale di Guzzonato, non solo per i temi ma anche per i materiali utilizzati: oltre alla carta, i metalli, la pietra, il feltro, i tessuti.
Opere dalle dimensioni più diverse, da quelle in pietra, più contenute e compatte, a quelle letteralmente smisurate in feltro e tessuto e che hanno richiesto accorgimenti speciali per poter essere messi in mostra.
Un paesaggio “alla Guzzonato”, dunque, vario e sorprendente.
Già a questo piano, il visitatore potrà notare come gli stessi pannelli in mostra siano un’opera artigianale unica, fatti da Guzzonato con la carta da lui prodotta a partire da materiali di scarto contenente cellulosa: foglie, fibre vegetali, vecchi stracci e jeans, naturalmente carta vecchia e altri materiali di volta in volta disponibili.
I fogli così prodotti sono poi stati stampati a mano.
Al primo piano, la sezione Natura e poesia, che ci condurrà nel profondo della ricerca naturalistica dell’artista, come stanno a dimostrare le decine di copertine in carta artigianale che portano impresse le forme di cortecce d’albero e legni antichi lavorati; ogni copertina reca l’impronta di un albero o di un legno diverso, tutti provenienti da un unico ambiente, quello veneto.
Così come veneti sono i poeti e gli scrittori che, con lui, hanno realizzato libri rari in copia unica sul tema della natura: ancora gli alberi.
Ritroviamo così, tra le foglie stampate da Guzzonato in larghi fogli, le poesie di Andrea Zanzotto oppure i testi su varie specie di alberi di Mario Rigoni Stern, che iniziano ricordando le parole di Bernardo di Chiaravalle: “Troverai più nei boschi che nei libri”.
Per questo forse hanno realizzato un libro che aderisce il più possibile alla materia naturale dei boschi: nelle forme disegnate, nella consistenza e nella rugosità della carta, nel suo spessore che va ben oltre la superficie squadrata e liscia a cui siamo abituati.
La vicinanza alla natura – un senso di prossimità pressoché assoluto che l’artista vive – hanno così condotto alla nascita di varie forme animali.
Si giunge così alla terza sezione della mostra, Verso i bio esseri, al secondo piano, con opere ancora di carta: disegnate, stampate con svariatissimi tipi di animali, sia reali che di fantasia.
Gli immancabili coccodrilli, per i quali Guzzonato nutre una fascinazione/ossessione continua, e poi i gechi, le api, le formiche che si trovano fianco a fianco con strani esseri alati, multiforme e ibridi che in modo sempre più insistito popolano le sue sculture e le sue carte, dalle filigrane alle carte postali fino agli innumerevoli fogli sciolti la cui produzione continua ancora oggi.
I bio esseri nati sulla carta si sono ulteriormente trasformati fino a dare origine alla serie in argento che troviamo nella quarta e ultima sezione della mostra, al terzo piano: 57 statuette, ideate e plasmate negli anni del Covid e ospitate in una teca realizzata appositamente e basata su un disegno di Tobia Scarpa.
A corredo della mostra, infine, il catalogo, edito da Marsilio Editori, con uno scritto di Telmo Pievani sulla variegata natura dei bio esseri e altri testi di Tobia Scarpa e Anna Villari.
La mostra Bio esseri di Pino Guzzonato, curata da J.K. Mauro Pierconti, sarà aperta dal venerdì alla domenica, dal 29 ottobre al 10 dicembre a Ca’ Scarpa (Via Canova 11, Treviso) con i seguenti orari.
Venerdì: 15-19.
Sabato/Domenica 10-13; 15-19.
Ingresso libero.
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Immagine di copertina
Bio essere realizzato da Pino Guzzonato. Foto di Max Calabria Matarweh
Pino Guzzonato (Marano Vicentino) esordisce negli anni ’60 con sculture in ferro dotate di una forte carica espressionista, certamente debitrice della sua capacità di interagire con il materiale utilizzato. Non a caso, sperimenterà successivamente altri materiali, come il plexiglas, il policarbonato, le fibre di vetro fino ad arrivare ai metalli preziosi.
Negli anni ’80, un passaggio per lui fondamentale fu la produzione di opere a partire da una carta autoprodotta in modo artigianale, riutilizzando materiale di scarto contenente cellulosa: foglie e fibre vegetali, vecchi stracci e vestiti, naturalmente carta vecchia e altri materiali di volta in volta disponibili.
Le opere in carta sono innumerevoli e hanno interessato aree vastissime dell’espressione artistica, producendo disegni, stampe, carte postali, libri d’artista, alcuni dei quali realizzati insieme a poeti e scrittori come Fernando Bandini, Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern su temi strettamente naturali.
Guzzonato ha partecipato o è stato oggetto di numerose mostre, sia nazionali che internazionali, tra cui l’invito al Bunker Poetico della 49a Biennale di Venezia (2001), una personale alla Biblioteca degli Uffizi di Firenze (2001) e la mostra di scultura alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (2004).
Numerose le pubblicazioni a lui dedicate.
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