RIVISTA DI CULTURA MEDITERRANEA

I lavori su carta di Paolo Gubinelli alla Bocconi di Milano, di Silvana Lazzarino

[Tempo di Lettura: 7 minuti]

PAOLO GUBINELLI

L’OPERA SU CARTA

UNIVERSITA’ BOCCONI – MILANO

ART EXHIBITION / MOSTRA D’ARTE
(11 novembre 2019 – 8 gennaio 2020)

a cura di Elena Pontiggia

 

di Silvana Lazzarino

Verso una rinnovata visione della realtà

dove forma e spazio unitamente al colore, aprono alle transizioni del pensiero quale essenza del ritmo interiore legato alle emozioni, conduce l’opera del Maestro Paolo Gubinelli tra i più affermati artisti contemporanei protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attraverso studi di progettazione architettonica e grafica egli ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la cartamezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.

È proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate e ripetute ad essere protagonista della mostra che è stata inaugurata lo scorso 11 novembre alla Bocconi di Milano. 

L’esposizione Paolo  Gubinelli, l’opera su carta a cura di Elena Pontiggia, allestita presso la Sala Ristorante Università Bocconi (in via Sarfatti 25, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12) restituisce attraverso le composizioni su carta del Maestro Gubinelli percorse da segni linee, sfumati di colore, l‘aspetto lirico ed effimero che accompagna questo tempo dove regna l’incertezza e quella fragilità atte a far smarrire il senso dell’equilibrio su cui si fonda l’origine dell’esistenza a partire dall’armonia dei contrari.

Graffiti, colori in polvere su carta, cm 50 x 70 – 2019 (3) – (copia)

Nato a Matelica, in provincia di Macerata, nel 1945, inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca. Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.

La carta infatti attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita. A proposito di questa leggerezza la curatrice Elena Pontiggia sottolinea come essa non vada letta in termini positivi, ma piuttosto sia da intendersi molto vicino al concetto di fragilità. Così infatti afferma a riguardo:

La levità, nei suoi quadri e nelle sue carte, non è una qualità ottimistica, trionfalistica, positivista. È una dimensione lirica che confina con la fragilità. Le sue linee delicate che attraversano i fogli senza quasi toccarli, le sue diagonali e le sue circonferenze interrotte che percorrono velocemente lo spazio, i suoi colori soffici che sono sul punto di svanire parlano di un mondo volatile che si dissolve sotto i nostri occhi”.

Graffiti, colori in polvere su carta, cm 50 x 70 – 2019 (4) – (copia)

Leggerezza quale dispersione dell’ascolto di quanto accade intorno, o meglio assenza per ciò che circonda l’individuo se non riferito alla sua persona, che qui viene espressa in leggere incisioni ritmiche a scandire un tempo assente, cui si accompagna anche l’uso del colore attraverso la morbidezza dei pastelli, per sottolineare come accanto all’incertezza e all’incognita sul destino dell’uomo,  vi sia una possibile apertura alla magia del sogno quale formula per evadere dal caos quotidiano e perdersi fino quasi a smarrire il proprio sé.

Il Maestro Paolo Gubinelli restituisce al segno la possibilità di parlare di universi interiori interagendo non solo con la carta, ma anche con altri materiali come polistirolo, vetro, plexiglas, dove si imprimono ritmi di linee delicate e avvolgenti a comporre geometrie raffinate ed eleganti.

Gubinelli racconta aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società distratta: quei segni e tagli diventano occasioni per mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero e ritrovare quella leggerezza talora diversa, che coincide col modo di guardare la vita proprio del fanciullo tra stupore e meraviglia.

Le sue opere donano ogni volta l’armonia della vita nel ritrovare se stessi, il proprio punto iniziale dove complessità e semplicità si incontrano, e dove ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza portatore di nuova bellezza. Bellezza del segno rigoroso, ma anche sinuoso e sfuggente, armonia del tratto continuo e interrotto che si lascia attraversare da tenui sfumature di colore per restituisce la magia del sogno possibile quale evasione dalle ombre della sera.

I colori appena accennati e sfumati delle carte di Paolo Gubinelli rimandano ad un bellezza fuggevole quasi inafferrabile, ad equilibri difficili da raggiungere. I suoi lavori  tra segni interrotti, accennati lievemente e  colori appena sfumati “parlano di una bellezza fuggevole che tende a nascondersi” scrive Elena Pontiggia che prosegue:

Parlano di equilibri difficili, come in certi suoi triangoli opposti al vertice, di cui si potrebbe dire quello che diceva Licini delle sue geometrie: ‘Stanno in equilibrio per miracolo’. Parlano, ancora, di una tensione verso uno spazio diverso da quello, limitato e angusto, in cui ci muoviamo. Linee e tessere colorate danno l’idea, insomma, dell’inizio di un viaggio. Ma quello che interessa a Gubinelli non è il percorso: è il punto di arrivo”.

Opere che invitano a riscoprire nuovi possibili modi per interagire con l’esterno a partire da una nuova considerazione di sé. Il segno e i colori diventano anche vie per esplorare il visibile dietro l’invisibile. L’alternarsi di trasparenze visive ed emotive restituite da sfumature pastello e lievi incisioni di linee in divenire, indirizzano l’uomo a percepire quel senso di smarrimento innanzi all’infinito della Natura risvegliando in lui una nuova consapevolezza per rinascere.

Graffiti, colori in polvere su carta, cm 50 x 70 – 2019 (6) – (copia)

Tra le mostre cui ha preso parte il Maestro Paolo Gubinelli, va ricordata la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale, invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito dello stesso Tonino Guerra.

L’Arte di Gubinelli è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori, tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.

 

Paolo Gubinelli
Biografia

Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti:  Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.

Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Mirella Branca, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Elena Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi. Elena Pontiggia.

Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

Stralci critici: Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Bongiani Sandro, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Claudio Di Benedetto, Nevia Pizzul Capello, Debora Ferrari, Claudio Di Benedetto, Fabio Corvatta, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Elverio Maurizi, Caterina Mambrini, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Patruno, Roberto Pinto, Davide Rondoni, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

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Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.  Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.

 

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L’OPERA SU CARTA
a cura di Elena Pontiggia

Università Bocconi. Via Sarfatti 25 Milano. 

Dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12; dall’11 novembre 2019 all’ 8 gennaio 2020

Organizzato da ISU BOCCONI. Ingresso libero

 

Il presente testo è stato pubblicato in AboutArtonline.com

 

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