69° Berlinale, a tutto Balcani
di Nicola Falcinella
07/02/2019 – (per Osservatorio Balcani Caucaso-Transeuropa)1
Parte oggi il Festival internazionale del cinema di Berlino. Numerosi i film dell’area del sud est Europa, sia tra le pellicole in concorso che tra i film indipendenti e fuori concorso, assente il Caucaso
È ai nastri di partenza la 69° Berlinale, da giovedì 7 fino a domenica 17 febbraio. Un’edizione di passaggio, l’ultima del direttore Dieter Kosslick che passerà, dopo quasi un ventennio, l’incarico all’italiano Carlo Chatrian (già a Locarno) affiancato da Mariette Rissenbeek. Presidente della giuria è l’attrice francese Juliette Binoche, uno dei volti più noti e versatili del cinema d’autore e non solo.
Come tradizione consolidata, la rassegna tedesca ospita diverse produzioni dall’area europea del sudest, anche se quest’anno manca il Caucaso e in particolare la Georgia, presenza divenuta abituale in tempi recenti soprattutto per le sezioni collaterali Panorama e Forum.
Film d’apertura, e in concorso, sarà “The Kindness of Strangers” della danese Lone Scherfig, già regista di “Italiano per principianti”, “An Edication” e “One Day”. Tra gli altri 16 film in competizione ci sono “Yi miao zhong – One Second”, ritorno del grande regista cinese Zhang Yimou, e “Mr. Jones” della polacca Agnieszka Holland (coproduzione con Gran Bretagna e Ucraina). L’Italia è rappresentata dall’atteso “La paranza dei bambini” di Claudio Giovannesi (“Fiore” e “Alì ha gli occhi azzurri”), storia di ragazzini criminali a Napoli dal libro di Roberto Saviano.
Sud Est Europa in concorso
Per i premi corre anche l’affermato regista turco-tedesco Fatih Akin (“La sposa turca”, “Soul Kitchen”, “Il padre” e “Oltre la notte”) con “Der Goldene Handschuh ”, su un omicida seriale ad Amburgo negli anni ’70.
Da Macedonia e Turchia provengono le opere di due autori in crescita e da tenere d’occhio: “Gospod postoi, imeto i’ e Petrunija – God Exists, Her Name is Petrunya ” quinto lungometraggio della macedone Teona Strugar Mitevska (“Jas sum od Titov Veles” e “The Woman Who Brushed Off Her Tears”, una coproduzione con Belgio, Slovenia, Croazia e Francia, con Zorica Nusheva e la sorella Labina Mitevska; “Kız Kardeşler – A Tale of Three Sisters” di Emin Alper, che nel 2015 ha ricevuto il premio della giuria della Mostra di Venezia con “Abluka”. Coproduzione tra Germania e Serbia è “Ich war zuhause, aber – I was at Hom, but” di Angela Schanelec, storia della misteriosa scomparsa e riapparizione di un tredicenne.
Fuori concorso
Fuori concorso ci sono il documentario “Varda par Agnès” della novantenne Agnès Varda, che riceverà la Berlinale Kamera per una carriera impareggiabile, “Vice – L’uomo nell’ombra” di Adam McKay e “L’adieu à la nuit – Farewell to the Night” di André Téchiné.
La sezione Panorama comprende tre film italiani: “Dafne” di Federico Bondi con Carolina Raspanti, Antonio Piovanelli e Stefania Casini; il documentario “Selfie” di Agostino Ferrente e il debutto “Normal” di Adele Tulli.
In evidenza c’è poi la coproduzione tra Serbia, Slovenia, Croazia e Bosnia “Šavovi – Stitches ” del serbo Miroslav Terzić, noto per “Ustanička ulica” del 2012, con Snežana Bogdanović, Marko Baćović, Jovana Stojiljković e Jelena Stuplijanin: una donna è convinta che suo figlio, dato per morto alla nascita 20 anni prima, le sia stato rubato. Ancora “To thávma tis thálassas ton Sargassón – The Miracle of the Sargasso Sea” del greco Syllas Tzoumerkas (“Homeland” e “A Blast”) con Angeliki Papoulia e “Kislota – Acid” debutto del russo Alexander Gorchilin. L’attore sloveno Marko Mandić è il coprotagonista di “O Beautiful Night”, debutto del tedesco Xaver Böhm.
Indipendenti
Molto folta la rappresentanza balcanica anche nel 49° Forum degli indipendenti: “Kameni govornici – The Stone Speakers ” del canadese d’origine bosniaca Igor Drljača, “Aidiyet – Belonging” del turco Burak Çevik e “Monștri. – Monsters.” del romeno Marius Olteanu. Molto curioso il serbo-cinese “Chun nuan hua kai – From Tomorrow on, I Will” coregia di Ivan Marković e Wu Linfeng. Ancora “Erde – Earth” dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter e “Malchik russkiy – A Russian Youth” del russo Alexander Zolotukhin.
Nella sezione Generation 14plus c’è il debutto europeo del documentario “The Magic Life of V ” del bulgaro Tonislav Hristov, conosciuto per “The Good Postman”. Una coproduzione Finlandia, Danimarca, Bulgaria, sulla storia della giovane Veera che deve fare i conti con un’infanzia di violenza.
1 Questo articolo è stato pubblicato il 7 febbraio 2019 nel sito dell’Osservatorio
Balcani e Caucaso – Transeuropa
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