Si è conclusa da poco una delle settimane più attese, intense e allo stesso tempo entusiasmanti per quanto riguarda il mondo della creazione artistica: la Milano Design Week. Dal 7 al 13 aprile, infatti, nei vari distretti di Milano, in concomitanza con la fiera del Salone del mobile, si è svolta una vera e propria festa della creatività, con oltre 1.650 eventi distribuiti in tutta la città, dai quartieri storici come Brera e Tortona fino ai quartieri periferici. Quello che segue è un resoconto e un commento critico dell’edizione di quest’anno, che ha segnato un record di partecipazione, di ispirazione creativa e di talento espressivo.
Designer, architetti, artisti e performer sono stati chiamati, in occasione della settimana dedicata al Design, ad esprimersi sul ’palcoscenico aperto’ rappresentato dalla città di Milano, attraverso un’attività artistica che si è sviluppata soprattutto all’interno del Fuorisalone (che affianca il Salone del Mobile), che quest’anno ha come titolo Mondi connessi – Interactivity and Immersion: Designing for a Connected World, ponendo l’accento sul senso di coesione e di connessione che oggi sta venendo meno e presentando una serie di splendidi allestimenti ed esposizioni di Palazzi e giardini nascosti, che altrimenti rimarrebbero sconosciuti ai più.
Fra questi merita una particolare menzione Palazzo Bovara in via Senato, una residenza neoclassica, allestita all’interno dell’esposizione dall’architetta spagnola Patricia Urquiola, su idea di Elle Decor Italia, che ha raccontato le metamorfosi degli ambienti moderni, attraverso una riflessione poetica sugli spazi dell’abitare e su come cambiano forma seguendo lo spirito del tempo.

Il titolo “Alchemica” rimanda a un’esposizione articolata secondo le tre fasi principali di questo processo: “Nigredo”, “Albedo” e “Rubedo”, attorno a cui l’architetta ha sviluppato un ambiente rappresentativo di ogni spazio della casa. La stanza “Alchimia” ha introdotto il percorso, offrendo una materioteca interattiva che ha preparato i visitatori all’esperienza multisensoriale delle stanze successive.
Nella stanza “Nigredo” – il primo stadio del processo di metamorfosi – troviamo, invece, una creatura misteriosa in tessuto, che richiama e introduce all’ambiente successivo, la cucina: un insieme di volumi scuri e compatti, i cui blocchi di pietra nera e onice violacea ricordano i laboratori degli alchimisti.
Si passa, poi, all’ambiente della sala da bagno, rivestita in pietra lavica incisa con una moltitudine di simbologie alchemiche. Proseguendo, si arriva all’area “Albedo” (dal latino “chiarore”), simbolo di rinascita e purificazione, in cui ci si rilassa in uno spazio chiaro e nebuloso dove il protagonista assoluto è un grande divano dalle forme organiche.
Infine, si arriva all’area “Rubedo”, spazio di sintesi e di unione tra opposti, dove un giardino indoor si affaccia attraverso una finestra al giardino esterno. Il cortile, il cui verde è stato curato dal paesaggista Antonio Perazzi, è intitolato “Giardino Cosmopolita”, per la presenza di nature diverse, che parlano diverse lingue.

Attraversato il cortile, a pochi passi si trova un gioiello dell’architettura liberty, Palazzo Castiglioni, progettato da Giuseppe Sommaruga nel 1902 e anche questo aperto per l’occasione e allestito negli interni dallo studio Calvi Brambilla, sempre su idea di Elle Decor Italia. “L’appartamento spagnolo”, così intitolato, celebra la creatività e l’eccellenza del design spagnolo. Il palazzo conserva ancora tappezzerie e affreschi originali, che dialogano con l’allestimento moderno in una perfetta armonia. Scelte di superfici e di abbinamenti cromatici che ti fanno perdere la cognizione di ciò che è presente e ciò che è passato, tanto la ricerca si è espressa nella sintonia con le decorazioni preesistenti, siano esse carta da parati con motivi floreali o soffitti decorati con bassorilievi, come nella scenografica ‘sala dei pavoni’ dove domina l’oro, il rosa e il caffellatte. Ad accogliere il visitatore, un giardino d’inverno, arredato a salotto con poltroncine color glicine.
Percorsi i giardini interni e oltrepassata la strada, si arriva a quella che un tempo era chiamata Villa Reale, residenza in stile neoclassico progettata da Leopoldo Pollack alla fine del Settecento per il Conte Ludovico Belgiojoso. Dal 1921 è sede della Galleria d’Arte Moderna e raccoglie al suo interno opere di Cézanne, Fattori, Van Gogh, Manet, Balla, Gauguin, Picasso, Modigliani, Boccioni e altri esponenti del Novecento italiano. Anche qui alcuni spazi al piano terra sono stati pensati e allestiti in occasione della design week dagli architetti Antonio Rodriguez e Matteo Thun per aprire un dialogo tra l’abitare del presente e del passato.

Per il Trilocale e il suo allestimento sono stati realizzati arredamenti ad hoc. Nel primo spazio un immenso divano giallo ci invita ad accomodarci e ad osservare i soffitti decorati. Il secondo locale è, invece, una camera da letto progettata nei diversi toni del verde muschio. La sensazione è quella di essere in un bosco: un morbido tappeto attutisce i suoni, ti calma e ti rilassa, predisponendoti al silenzio e all’ascolto. Il terzo locale, il Purification Bath, è un’interpretazione delle aree benessere. Nella stanza, tra un gioco di riflessi e specchi, è stata prediletta la scelta del rosa, colore delicato che trasmette conforto e intimità.
Dalla porta-finestra si accede a un terrazzo che attraverso dei gradini conduce al meraviglioso giardino all’inglese, unico in Italia a non essere stato modificato rispetto al suo progetto originale.
Qui troviamo quattro salottini e quattro cabana con lettini che offrono un rifugio all’aperto, per l’ozio e la convivialità. Protagoniste sono le tende a righe bianche e rosse che rievocano alla mente gli scenari delle feste dell’élite milanese del Settecento.
Un’altra tappa obbligata per gli amanti del Fuorisalone è sicuramente la Galleria di Rossana Orlandi, la signora del design, insignita del premio Compasso d’oro alla carriera nel 2022.
La Galleria, fondata nel 2002 in via Matteo Bandello a Milano, ha trasformato i 2500 mq di spazi in un susseguirsi di mondi visionari e sorprendenti. In queste stanze e cortili, in continua evoluzione, Rossana, con la figlia Nicoletta, raccolgono opere di designer e artisti emergenti, scoperti nei loro viaggi, che poi diventano veri e propri maestri.
In occasione della Milano Design Week la galleria propone un’esplorazione sul design contemporaneo e sulla ricerca dei materiali capaci di evocare memoria e bellezza. L’esposizione è una mappa policroma di 90 tra artisti e designer del panorama internazionale, sia affermati che giovani talenti, con un focus particolare sulla sostenibilità e l’innovazione dei materiali.

In vetrina troviamo il lavoro dell’architetta libanese Aline Asmar d’Amman, con The Power of Tenderness (La forza della tenerezza), visibile fino a fine luglio. Un salotto onirico, di colori soffici ed eterei in uno spazio al limite tra sogno e realtà. Divani che sembrano boccioli di fiori che omaggiano la sensualità femminile e le sinuose curve delle opere astratte della pittrice americana Georgia O’Keeffe. Tavolini da caffè in marmi colorati e pietra, espressione della forza della materia. Librerie che celebrano la cultura letteraria, fatte degli stessi libri inglobati nel cemento, con all’interno riferimenti narrativi, così da intrecciare cultura, materia, forza e sensualità.
Aline Asmar d’Amman è nata in Libano, è architetta, interior designer e fondatrice di Culture in Architecture, studio di progettazione con sede a Parigi e a Beirut. Il suo studio ha diretto diversi progetti di interior design, tra cui la riapertura dell’Hotel de Crillon a Parigi. In Italia sta curando la ristrutturazione di Palazzo Donà Giovannelli a Venezia e di Villa Belinzaghi, immersa nel cuore della proprietà di Villa d’Este.
Da citare tra gli artisti presenti in mostra è sicuramente lo scultore Nacho Carbonell, che ha esposto anche a Venezia alla Cà D’oro in occasione della Biennale. Famoso per le sue sculture organiche, per l’occasione aveva costruito una foresta di luce site specific, che si armonizzava perfettamente con i soffitti dorati e i mosaici rosati del pavimento del palazzo.
In occasione della Design Week, presso lo spazio di Rossana Orlandi, Carbonell ha presentato l’installazione a parete Unlimited, vincitrice di The Art of Lighting Award 2024. L’opera, realizzata in bronzo, silicone e vetro colorato, in un delicato gioco di forme e luci, rappresenta un omaggio alla natura e al suo ciclo eterno di rinascita.
Nacho Carbonell, nato in Spagna, ha proseguito gli studi all’Accademia di Design di Eindhoven. Scoperto e valorizzato da Rossana Orlandi nel 2007, Carbonell è oggi uno dei nomi più influenti nel panorama artistico contemporaneo. Carbonell è noto per il suo approccio tattile alla scultura, giocando con texture, materiali sperimentali e naturali, creando oggetti che sembrano organismi viventi. Nelle sue lampade scultoree Cocoon, l’artista realizza opere simili ad alberi, tenute insieme da rami d’acciaio ricoperte da un intonaco di sua creazione con sabbia e indurente tessile. Le sculture sembrano appartenere al realismo magico, al confine tra natura e ultraterreno.

La natura è la fonte di ispirazione di Nacho Carbonell che afferma: “La natura è la madre di tutto. È il catalizzatore del germoglio da cui continuano a nascere nuove foglie, stagione dopo stagione”. Nella sua opera, i rami in bronzo diventano simboli di vita e di crescita. Dai rami nascono nuovi germogli, rappresentati da elementi luminosi tubolari che irradiano luce, simili a minuscoli boccioli pronti a fiorire.
Un’interpretazione poetica e luminosa del ciclo della vita, che si rinnova in continuazione.
Nella corte della Galleria, curata nei minimi dettagli, si trova un’atmosfera unica, tra le sculture di Nacho Carbonell e installazioni che hanno trasformato lo spazio in una serra a cielo aperto.
La Galleria Rossana Orlandi ha offerto ancora una volta un’esperienza coinvolgente, celebrando bellezza e innovazione nel design, confermandosi come punto di riferimento imprescindibile durante la design week.
La Milano Design Week si conferma sempre più un appuntamento imperdibile per chi vuole restare aggiornato sulle nuove tendenze contemporanee in materia di arte e design. L’evento ha lasciato un segno indelebile, confermando ancora una volta Milano come capitale indiscussa del design.
Cecilia Fortuna, critica d’arte e docente
Immagine di copertina
Galleria di Rossana Orlandi, Craftica Gallery, ph Marco Menghi
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