“La sostanza di un oggetto è più intricata dei costrutti umani”. Con questa sentenza si può riepilogare la conferenza-spettacolo di Piergiorgio Odifreddi “Dalla Terra alla Luna”, che si è svolta la sera del 27 settembre 2024 presso il cortile dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Durante l’evento il Professor Odifreddi ha esposto alcune delle più importanti osservazioni sul satellite lunare, menzionando il De Facie in Orbe Lunae di Plutarco, il Somnium di Giovanni Keplero e i trattati di Christiaan Huygens. I pensatori citati, pur essendo vissuti in tempi diversi, erano legati dallo stesso desiderio, comune a tutta l’umanità: l’esplorazione della luna e il disvelamento dei suoi misteri. La letteratura italiana e mondiale ha prodotto pagine dedicate a questa ammirazione per il satellite della Terra: dal Canto terzo del Paradiso della Divina Commedia di Dante, fino ai romanzi fantascientifici di J. Verne e H.G. Wells, passando per l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Come rilevato durante la conferenza, l’arte e la letteratura avevano alimentato il mito lunare e stimolato gli umani a tentare l’impresa, ma quando gli astronauti americani sbarcarono sulla luna nel 1969 videro in essa una terra desolata e grigia, una landa priva di acqua ed esseri viventi, molto più piccola e spoglia della terra stessa, caratteristiche impossibili da verificare precedentemente. Il poeta e pittore britannico William Blake, come riscontrato da Odifreddi, aveva accusato il progresso scientifico di essere “l’albero della morte”, uno strumento nato per distruggere l’arte e l’immaginazione spirituale. Tuttavia ogni scoperta nuova, incluso lo sbarco del 69, non sostituiva in maniera paradigmatica soltanto le narrazioni letterarie, ma anche le precedenti teorie scientifiche.
La Luna indubbiamente rispecchia molti dei connotati che gli astronomi del passato le avevano attribuito, semplicemente ne possiede altri che non erano osservabili con il telescopio. Molte delle categorie usate per classificare il contenuto di un fenomeno erano e sono quindi corrette, ma riduttive. Più avanzano le nuove tecnologie, più articolata appare ai sensi la realtà attorno al genere umano; persino i satelliti di Saturno, se visti da un’altra prospettiva, non assumono la perfetta forma di anello, come era stato creduto in passato. Di conseguenza non sarà mai possibile scoprire tutto o arrivare ad un’unica conclusione, poiché infiniti sono gli oggetti di studio che attendono l’umana specie nei vari campi del sapere, compreso quello astronomico.
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