RIVISTA DI CULTURA MEDITERRANEA

A Giulio Giorello, di Massimo Donà

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A GIULIO GIORELLO

Un maestro, un fratello maggiore, un esploratore insaziabile,
ma soprattutto un intellettuale irrimediabilmente
innamorato della vita

di Massimo Donà

        Mi piace fare il verso a Polonio, e usare, per Giulio, le stesse parole che il padre di Laerte ed Ofelia avrebbe pronunciato a proposito di Amleto: “sarà pure follia, ma v’è del metodo in essa”. Come non riconoscerlo, che proprio questa è la cifra che più di ogni altra ha sempre caratterizzato il suo ‘genio’?
        Capace di muoversi, con la massima disinvoltura (perché le considerava discipline ugualmente ‘nobili’) dal fumetto (in particolare le saghe Disney e le avventure per lui intrinsecamente filosofiche di Tex Willer) alla meccanica quantistica. Di commentare i versi di Milton o la prosa di Joyce, allo stesso modo in cui avrebbe potuto analizzare i saggi di Feyerabend o quelli di Popper. Studioso di Bruno e Spinoza, ma nello stesso tempo cultore della saga di Gilgamesh. Amante tanto di John Stuart Mill quanto di Andrea Emo.


        Filosofo della scienza, matematico, ma grande estimatore della metafisica severiniana, che si trovava a suo agio tanto con la successione di Fibonacci quanto con la storia irlandese. Davvero, un pozzo di conoscenza, un’intelligenza sempre acuta e vivace, personalità davvero unica ed irripetibile nel panorama della cultura italiana (e non solo); politicamente anarchico, Giulio Giorello è sempre stato profondamente innamorato, e sempre con la medesima intensità, anzitutto della “libertà” – anche perché la vedeva troppo spesso messa pericolosamente in questione. Non tollerava che si cercasse di limitarla, condizionarla, o in qualche modo negarla. Insomma, alla libertà Giorello non avrebbe mai potuto rinunciare. Piuttosto la morte. Non a caso a questo concetto avrebbe dedicato non poche delle sue più recenti pubblicazioni; dopo aver curato e tradotto, negli anni Ottanta, peraltro insieme all’amico Marco Mondadori, il saggio di John Stuart Mill sulla “libertà”.
        A me ha sempre colpito come una intelligenza naturalmente attratta dalle complesse concatenazioni logiche care alla matematica o alla fisica potesse innamorarsi di un filosofo metafisico come Andrea Emo. E appassionarsi alle sue immaginifiche visioni. Ma proprio questa naturale disposizione polimorfica lo rendeva ai miei occhi irresistibile; un vero e proprio stimolo costante a sfidare l’ignoto, a tentare l’intentato, e a confrontarsi con le questioni apparentemente meno familiari. Ad osare, a prendere il largo come Ismaele, liberamente affidatosi ai demonici propositi del capitano Achab.

Massimo Donà, Lucrezia Ercoli (Direttrice del Festival Popsophia) e Giulio Giorello – Pesaro, 5 luglio 2014 

        Anche Giulio era un grande esploratore; mai pago, mai sazio; che amava arrischiarsi, seguire i sentieri meno battuti, ma più intriganti e per ciò stesso entusiasmanti. Generoso come pochi; amava dialogare con i giovani, infondendo loro il pathos e il gusto per la sfida, senza crogiolarsi nella propria sterminata erudizione. Senza mettere in difficoltà l’interlocutore; anzi facendolo sempre sentire all’altezza, anche quando non lo era affatto.
        Ma soprattutto Giulio era la perfetta incarnazione dello ‘spirito più autenticamente filosofico’; perché sempre disposto a mettersi in questione e a dubitare delle proprie convinzioni. Amante del dialogo e del confronto; al punto che, da laico, ha sempre accettato finanche le grandi sfide della teologia. Ha dialogato infatti con il cardinal Martini, con Bruno Forte e con Piero Coda.
        Lavoratore indefesso, seguiva le sue collane editoriali con cura quasi maniacale; attentissimo ai suoi autori, sapeva farli sentire sempre importanti. Mai avvertendo il bisogno di imporsi, di prevaricare, di far pesare la sua autorevolezza.

Massimo Donà e Giulio Giorello al Festival Popsophia di Pesaro, 5 luglio 2014

        Era pazzo; sì, ma come può essere pazzo un genio che mai potrebbe adattarsi a seguire binari indicati da altri. Era matto, come un bambino di dieci anni. Incurante dei galatei ma sempre elegante, pur nella sua infantile innocenza. Capace di stare con tutti, intellettuali, artisti, ma anche musicisti e commercialisti, avvocati, ristoratori o magari semplici dentisti. Amante del whiskey, ma anche del ruhm; adorava il pesce e amava i “carciofuzzi” – come li chiamava lui –, collezionava coccodrilli (di vetro, di stoffa, di metallo, di legno etc etc), amava i gatti e soprattutto la loro indipendenza, ma soprattutto sapeva trasmettere una gioia di vivere contagiosa e benefica a cui non si poteva assolutamente resistere.
        Grazie Giulio, per tutto quello che mi hai insegnato; e anzitutto per avermi insegnato a vivere da uomo libero. Facendomi costantemente capire che non sarebbe stato serio cedere alla tentazione di prendersi troppo seriamente e solamente sul serio.

*** La foto di copertina di Giulio Giorello e la prima in b/n sono di © Raffaella Toffolo

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Massimo Donà, filosofo e musicista jazz, è nato a Venezia il 29 ottobre 1957. Si è laureato a Venezia con Emanuele Severino nel 1981. Ora è docente ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove insegna Ontologia dell’arte e Metafisica. Tra le sue ultime pubblicazioni, ricordiamo Filosofia dell’errore. Le forme dell’inciampo (Bompiani 2012), EROTICAmentePer una filosofia della sessualità (il prato 2013), Misterio grande. Filosofia di Giacomo Leopardi (Bompiani, 2013), Parole sonanti. Filosofia e forme dell’immaginazione (Morettti & Vitali, 2014), Teomorfica. Sistema di estetica (Bompiani, 2015), Senso e origine della domanda filosofica (Mimesis, 2015), Supremazia del bene. Dalla fiducia alla fede, tra misura e dismisura (Orthotes, 2015) e La filosofia di Miles Davis (Mimesis, 2015), Dire l’anima. sulla natura della conoscenza (Rosenberg & Sellier,Torino 2016), Tutto per nulla. La filosofia di William Shakespeare (Bompiani, 2016), Pensieri bacchici. Vino tra filosofia, letteratura, arte e politica (Saletta dell’Uva, 2016), In principio. “philosophia sive theologia”: meditazioni teologiche e trinitarie (Mimesis 2017).
Da poco è uscito in Francia: Habiter le seuil. Cinéma et philosophie (Editions Mimésis).
Ha al suo attivo anche sette cd come leader di un proprio gruppo jazz.

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